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martedì 3 settembre 2013

CHAGALL, IL SOGNO E IL SEGNO: dalla Bibbia a Vervè.



A Palazzo Pergami (San Marino) è aperta la mostra CHAGALL, IL SOGNO E IL SEGNO- dalla Bibbia a Vervè. L'esposizione è composta da una ricca serie di opere, principalmente acqueforti e litografie, incentrate sulle illustrazioni per la Bibbia. 

M. Chagall, Aronne e il candelabro.
Fu Ambroise Vollard, celebre editore parigino, a commissionare a Chagall la serie di illustrazioni nel 1930, finanziandogli persino un viaggio in Palestina. Chagall credeva fermamente che non avrebbe potuto cominciare il lavoro senza prima toccare e 'sentire' la terra santa. In seguito, l'artista defininì le impressioni di questo viaggio come «le più forti della propria vita», fonti di ispirazione durante la realizzazione delle opere presentate in questa mostra.

I versi della Bibbia, che accompagnano le illustrazioni di Chagall, sono degli estratti dal libro sacro e riprendono la traduzione dei testi ebraici compiuta dai pastori e professori della Chiesa di Ginevra nel 1638.
L'uso essenziale dell'acquaforte serve a rendere il forte contrasto, volutamente cercato, tra il nero del peccato e il bianco della luce e del divino, una scelta contrastante in confronto alla produzione pittorica dell'artista, conosciuto per lo più per le sue tele dai vivaci colori. La selezione degli episodi risponde alla volontà dell’autore di aderire quanto più possibile alla sacralità del testo, individuando immagini e motivi fortemente caratterizzanti.

Chagall, Abramo. Pianto per Sarah.
Per inquadrare la natura di queste raffigurazioni bisogna  ricordare la cultura «hassidica» della sua formazione giovanile nell’ambiente familiare del ghetto di Vitebsk. Una cultura ed una formazione certamente distante dalla lettura colta e dalla interpretazione rabbinica della Legge e degli episodi della Bibbia.
Marc Chagall manifesta infatti, nelle sue immagini, accenti di pietà popolare, come in una delle illustrazioni più commoventi, nella quale riprende il gesto di Abramo mentre, a viso coperto, piange per Sara. I personaggi biblici sembrano emergere dalla sua memoria, come figure viste nel villaggio natale.
Nella sua immaginazione la Bibbia è certamente una grande storia, un grande racconto pieno di episodi stupefacenti che egli ha conosciuto fin dall’infanzia, di grandi figure mitiche, di eventi sovrannaturali, di intrecci divini e terreni, di visioni mirabolanti. Ciò che rende così interessanti le sue litografie è proprio il tentativo dell'artista di avvicinarsi ai misteri dell'universo e dell'uomo, radicati nella memoria collettiva del popolo ebraico (a cui appartiene).

Chagall, Il mantello di Noè.

Un'altra scena interessante è quella che ritrae Noè ubriaco, mentre  cercano di ricoprire le sue nudità con un mantello. La scena si ispira direttamente al racconto della Genesi: dopo il Diluvio, Noè piantò una vigna, produsse il vino novello, e si ubriacò. Allora Cam “scoprì la nudità di suo padre” – espressione che in ebraico antico significa anche “abusò sessualmente di lui”. Noè viene qui rappresentato nudo, ubriaco fradicio, con un fisico giovanile, lunghi riccioli e lunga barba scura, adagiato nei pressi di una pianta di vite. 
Dal punto di vista iconografico, il un giovane barbuto disteso nudo a terra mentre qualcuno lo copre pietosamente e la collina sullo sfondo, ricordano la scena di Cristo deposto dalla croce e avvolto in un telo. 
Noè viene metaforicamente rappresentato come il nuovo Adamo, il capostipite di un’umanità che ricomincia, dell’umanità definitiva (Genesi IX,11). Nella sua figura proteiforme si riassumono già tutte le aspirazioni e i drammi, gli ideali e le incoerenze della Storia e dell'uomo.

Chagall, Il sacrificio di Abramo.

Ancora profondamente umana è la scena che ritrae Abramo nell'atto di sacrificare Isacco. Colpisce anzitutto la bianca nudità del giovane Isacco esposta allo sguardo in maniera inquietante, in contrasto con l'ombrosa figura del padre, colta nella sua desolazione e intrisa di timore reverenziale. L'opera è infatti chiamata acutamente dall'artista "Il sacrificio di Adamo" e non di Isacco, proprio a mettere l'accento sulla scelta dolorosa e cupa presa da Adamo per dimostrare la propria fede. Il protagonista è quindi Adamo, in tutti i suoi tormenti e nelle sue angosce.  Il montone che verrà sacrificato al posto di Isacco è appena visibile sull’estremità sinistra del disegno, verso metà altezza; e si trova in piedi accanto a un grande albero. Chagall sembra chiaramente riprendere il midrash secondo cui il montone del sacrificio venne prelevato dall’angelo mentre brucava nei pressi dell’Albero della Vita in Eden. Così, l’alleanza con Abramo si innesta nella storia universale dell’umanità, anzi nella genesi del cosmo.


Chagall, Sansone e il leone.




Concludo, infine, con la raffigurazione di Sansone e il leone. A un primo sguardo, può apparire infantile e approssimativa (basta guardare le fattezze del leone) ma, ancora una volta, è nei dettagli che l'opera rivela il suo spessore. Il leone ha infatti lo stesso volto del giovane Sansone: la lotta non è quindi una semplice lotta corpo a corpo, ma una lotta contro sé stessi e i propri limiti. Inoltre, Chagall cancella al ragazzo nudo gli organi genitali che inizialmente aveva disegnato, quasi a sottolineare il superamento di ogni istinto “bestiale”. La raffigurazione richiama quindi la vittoria su sé stessi.




9 luglio – 8 settembre 2013

Ingresso: Intero Euro 10,00, ridotto Euro 5,00. Gratuito da 0/14 anni e over 60.

Museo di Stato, Palazzo Pergami
Centro storico, San Marino

Info:  tel 0549 882670
info.museidistato@pa.sm
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