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giovedì 11 dicembre 2014

L'ARTE DEL FUMO E IL FUMO NELL'ARTE (pt. 2)


Nel fumo


Quante volte t'ho atteso alla stazione
nel freddo, nella nebbia. Passeggiavo
tossicchiando, comprando giornali innominabili,
fumando Giuba poi soppresse dal ministro
dei tabacchi, il balordo!
Forse un treno sbagliato, un doppione oppure una
sottrazione. Scrutavo le carriole
dei facchini se mai ci fosse dentro
il tuo bagaglio, e tu dietro, in ritardo.
poi apparivi, ultima. È un ricordo
tra tanti altri. Nel sogno mi perseguita.

Eugenio Montale




James Dean in Gioventù bruciata, 1955.


Spesso il fumo viene associato alle sigarette, alla memoria di un ricordo svanito che riaffiora, a un'addio drammatico e uggioso (basti pensare a tutti i film usciti negli anni '40 e '50, primo fra tutti Casablanca) o all'alone di mistero di un eroe ribelle nel cinema. 
A proposito di ribellione e di fumo, c'è chi ha fatto del fumo di marijuana la sua particolare provocatoria tecnica. Si tratta dell'artista brasiliano Fernando de La Roque che realizza le sue tele attraverso maschere pre-preparate, ben consapevole che non è il soggetto in sé ad essere rilevante ma la tecnica pittorica. 



Fernando de La Roque

Fernando de La Roque all'opera















Ma c'è chi del fumo ha fatto più che una provocazione, ma una vera tecnica.
Uno di questi è Jim Dingilian, newyorkese, con un master in fotografia presso il Rochester Institute of Technology. Per creare le sue opere, l'artista raccoglie le bottiglie di liquore vuote di varie dimensioni, forma e colore. Dingilian vede ogni bottiglia scartata come un “artefatto del consumismo, piacere o terrore”. Le scene dettagliate di questi luoghi si possono trovare “imbottigliate” nelle sue opere, richiamano auto bruciate sotto i ponti o altri scenari, luoghi di desolazione ai margini delle periferie. L’artista per generare le immagini accende una candela, indirizza la fiamma e il fumo all’interno della bottiglia per rivestire le sue pareti con uno strato di fuliggine.



Jim Dingilian crea le scene, grazie a una mano incredibilmente ferma. Spazzola lentamente la fuliggine con la punta di un pennello legato a un bastoncino che manovra sospeso al centro della bottiglia. Utilizzando differenti pressioni, e l’incredibile controllo del polso, l’artista rimuove strati di fuliggine, quella che rimane sul vetro forma le straordinarie immagini.

Jim Dingilian

Infine c'è chi "dipinge" veramente dei quadri con il fumo: il suo nome è  Michael Fennel. 
Negli ultimi 16 anni ha sviluppato una tecnica particolare (che mantiene in parte segreta) per manipolare il fumo su pannelli di legno, creando incredibili opere.
Sul suo sito, l’artista spiega che “il fumo come strumento di disegno ha un ovvio limite: è molto volatile e non puoi disegnare una linea. Ma forse più grave è che puoi facilmente dare fuoco alla carta e bruciare tutto lo studio”.
Le opere hanno un aspetto etereo e volatile e, per quanto siano in bianco e nero, si fanno apprezzare proprio per i colori: il nero infatti è “luminoso”, e ha una profondità che al confronto il carboncino può risultare piatto e pallido.

Michael Fennel all'opera






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